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Quesito del 05/02/2025
Caso di soggettività IMU
Con atto notarile di compravendita regolarmente repertoriato, i Sigg.ri X ed Y hanno venduto al Sig. Z un immobile con "diritto di piena ed esclusiva proprietà", prevedendo il pagamento dell’importo in più rate, con saldo finale a dicembre 2029. L’immobile è stato consegnato al Sig. Z sin dalla data dell’atto, tuttavia risulta ancora catastalmente intestato ai Sigg.ri X ed Y, e tale situazione permarrà fino al pagamento dell’ultima rata.
Nello stesso atto di compravendita è specificato che "tutti gli oneri fiscali maturati (IMU, TARI, ecc.) restano a carico della parte compratrice, che si impegna a rimborsare alla parte venditrice ogni eventuale onere tributario o spesa sostenuta fino al definitivo trasferimento del diritto di proprietà."
Si chiede quindi:
- In caso di omesso versamento dell’IMU, il Comune dovrà accertare l’obbligo tributario a carico del Sig. Z o dei Sigg.ri X ed Y, fintanto che questi ultimi risulteranno intestatari catastali del bene?
- Se il Sig. Z trasferisce la residenza nell’immobile, può considerarlo abitazione principale ed essere esentato dal pagamento dell’IMU, pur risultando catastalmente di proprietà dei Sigg.ri X ed Y?
- In generale, un atto di compravendita, seppur repertoriato, può modificare la normativa IMU in relazione al soggetto passivo d’imposta?
Quesito del 03/02/2025
IMU
Un contribuente sostiene che il fabbricato specificato in catasto come E03 sia esente da IMU per l'anno 2015. Si chiede se, per l'anno 2015, sia ancora valido l'art. 7, comma 1, lettera b) del D.Lgs. 504/1992, che disciplina le esenzioni dall'imposta per i fabbricati classificati nella categoria E3.
Quesito del 31/01/2025
Presentazione dichiarazione IMU oltre i 90 giorni
Un contribuente presenta, in data odierna (gennaio 2025), dichiarazione IMU per l’anno 2021 e successivi in qualità di soggetto non residente nel territorio dello Stato e titolare di pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l'Italia, residente in uno Stato di assicurazione diverso dall'Italia, per ottenere la rispettiva riduzione per l’anno 2021 e seguenti. Il Comune non ha ancora emesso alcun avviso di accertamento rispetto alla posizione del contribuente. Per il 2020, il contribuente ha pagato il dovuto IMU nella sua totalità. È possibile considerare idonea tale dichiarazione IMU presentata tardivamente e i relativi pagamenti ridotti effettuati (riduzione del 50% nel 2021, del 62,5% nel 2022 e 50% per gli anni successivi) da parte del contribuente?
Quesito del 27/01/2025
Rettifica aliquote IMU 2020 e accertamenti
Le aliquote IMU sono state inserite sul sito del MEF entro i termini previsti per la validità, ma il MEF ha pubblicato le aliquote con un ritardo di 9 giorni, superando il termine e rendendo invalida la delibera. Cosa fare con gli accertamenti? È possibile richiedere la rettifica al MEF? L'anno in questione è il 2020.
Quesito del 27/01/2025
Procedura PEC per notificare accertamenti IMU
Si chiede quale procedura seguire per notificare via PEC gli accertamenti IMU, al fine di evitare ricorsi per vizi nella notifica.
Quesito del 23/01/2025
Avviso di accertamento IMU esecutivo
Si chiede se questa amministrazione è ancora nei termini per inviare all'agente della Riscossione Coattiva (privato) l'avviso di accertamento IMU per l'anno 2016, notificato il 14.09.2021, o se i termini sono già scaduti.
Quesito del 16/01/2025
Riconoscimento agevolazione IMU in mancanza di dichiarazione
Un contribuente possiede due abitazioni di categoria A/3, di cui una concessa in uso gratuito al genitore con contratto registrato all'Agenzia delle Entrate dal 2016. Nessuna dichiarazione IMU è stata presentata all'Ente, pertanto quest'ultimo ha emesso un avviso di accertamento. Il contribuente ha presentato richiesta di annullamento, sostenendo che, a partire dal 2019, in virtù della Legge n. 58, l'obbligo dichiarativo non sia più vigente. Come deve comportarsi l'Ente? Deve annullare il provvedimento?
Quesito del 16/01/2025
Rimborso IMU per terreni non edificabili - FSC
Una società ha erroneamente considerato alcuni terreni agricoli come aree fabbricabili, pagando così un'IMU non dovuta. La società ha diritto al rimborso, ma ci si chiede: l'intero importo versato erroneamente deve essere restituito? Bisogna considerare che, dal 2013, il Fondo di Solidarietà Comunale (FSC) è stato introdotto per ridurre gli squilibri tra i comuni, redistribuendo risorse da quelli con maggiori entrate a quelli con minori capacità economiche. Questo fondo è finanziato da una quota predeterminata del gettito IMU comunale. È possibile restituire alla società solo una parte del rimborso, trattenendo la quota destinata al FSC e trattenuta dallo Stato? Se la risposta è negativa, come si può procedere per recuperare questa somma nell'ambito del FSC?
Quesito del 13/01/2025
Rimborso IMU per terreni non edificabili
Nel 2024, una società ha richiesto al Comune il rimborso per errati versamenti IMU in eccesso effettuati dal 2019 al 2023, in quanto i terreni agricoli sono stati erroneamente considerati "aree edificabili" ai fini IMU. Di conseguenza, l'IMU versata risulta non dovuta, rappresentando un credito nei confronti del Comune. I terreni indicati dalla società sono effettivamente agricoli (esenti, poiché il nostro Comune è montano) e non possiedono le caratteristiche di area fabbricabile, secondo lo strumento urbanistico vigente. Inoltre, la società non ha effettuato pagamenti per altri terreni con reali caratteristiche di edificabilità. Tuttavia, a seguito di un controllo sugli immobili e sui terreni della società, sulle dichiarazioni presentate e sui versamenti effettuati, è stato constatato l’omesso pagamento dell’imposta dovuta per alcuni immobili e terreni, diversi rispetto a quelli oggetto del rimborso richiesto, con caratteristiche di edificabilità, per i quali è stato emesso un accertamento. Il caso non rientra né in un errore di versamento in eccesso rispetto alle tariffe deliberate dal Comune (per i terreni in questione non sarebbe dovuto alcun pagamento), né in una perdita di efficacia dello strumento urbanistico o in aree che sono divenute non edificabili. In tal senso, è comunque dovuto il rimborso richiesto dalla società?
Quesito del 02/01/2025
Esenzione IMU asilo parrocchiale
Una parrocchia ha presentato, per gli anni 2019, 2020 e 2021, dichiarazioni IMU/ENC telematiche dichiarando un immobile adibito ad asilo parrocchiale come parzialmente esente, calcolando l’esenzione in base ai giorni di utilizzo per attività svolte con modalità commerciale e versando l’imposta sull’imponibile residuo.
Ora richiede un rimborso, richiamandosi a “vigenti disposizioni” e sostenendo che l’immobile sia interamente esente poiché:
- l’attività è svolta in modalità non commerciale;
- è paritaria alla scuola pubblica;
- non esiste discriminazione nell’accogliere gli studenti;
- vengono rispettati contratti collettivi e standard strutturali;
- l’attività è senza scopo di lucro, e le rette coprono solo parzialmente i costi gestionali.
Si chiede un parere sulla possibilità di:
- Richiedere l’esenzione totale dell’immobile in base alle “nuove disposizioni vigenti”;
- Rettificare le dichiarazioni IMU già presentate.